
Massagno, 28 giugno 2022
COMUNICATO
Da tempo si sta assistendo a una vergognosa campagna di disinformazione propagandistica orchestrata, con rozza arroganza, da funzionari UNIA e OCST, col fine di infangare e delegittimare gli altri e nel contempo consolidare una situazione di oligopolio sindacale da loro controllata, che ha determinato le loro fortune economiche, sindacali e politiche.
Si tratta di atteggiamenti deplorevoli che non siamo più disposti a subire, tanto più perché orchestrati da personaggi che si dimostrano senza tanti scrupoli e distanti dai veri interessi dei lavoratori e delle lavoratrici.
Per tali ragioni, il Sindacato Libero della Svizzera italiana (SLSI) ha inoltrato una ferma presa di posizione all’Ufficio dell’Ispettorato del lavoro cantonale, con la quale chiede che sia fatta massima chiarezza di fronte all’opinione pubblica su tutti i contratti collettivi sottoscritti, in deroga alla Legge sui salari minimi, nel quadro cantonale dai sindacati.
SLSI ha chiesto espressamente che per ragioni di equità di trattamento tra le imprese e i sindacati, l’Ispettorato del lavoro renda pubbliche le scale salariali di tutti i contratti collettivi sottoscritti a livello cantonale dai sindacati.
L’aver focalizzato l’attenzione su un unico CCL di cui SLSI è partner contrattuale e al quale sono assoggettate solo sette imprese (di cui due con regole contrattuali e salariali ben superiori a minimi di legge), appare estremamente riduttivo e palesemente sospetto, rispetto alla moltitudine di aziende che sottostanno a contratti collettivi sottoscritti da altri sindacati, nei quali figurano tabelle salariali ben al di sotto dei minimi previsti dalla legge.
SLSI ha motivo di credere che proprio coloro che battono la grancassa ideologica e denigratoria, per distrarre l’attenzione dai veri problemi che ruotano attorno ai CCL e alla legge, abbiano agevolato situazioni contrattuali al ribasso (una sorta di immunità alla legge) anche a importanti aziende che non solo non sono in difficoltà, ma fanno utili milionari.
La legge prevede la possibilità di deroga, ma questa dovrebbe essere ragionevolmente concessa solo a quelle categorie di imprese che possono dimostrare le loro difficoltà ad andare avanti e a mantenere i posti di lavoro.
Occorre, dunque, uscire dagli equivoci e fare massima chiarezza sui contratti collettivi sottoscritti in deroga alla legge sul salario minimo da tutti i sindacati, le diverse associazioni di categoria e singole imprese al fine di individuare, realmente, dove siano stati perpetrati degli eccessi che andrebbero riveduti, anche se questi sono stati avallati da UNIA e OCST.
SLSI Sindacato Libero della Svizzera italiana
Nando Ceruso – Presidente